Alla fine degli anni '70 il biologo molecolare statunitense Jon Kabat-Zinn, introdusse in ambito clinico delle tecniche di meditazione, volte ad aiutare i pazienti che soffrivano di dolore cronico. Queste tecniche si basavano sullo yoga e la meditazione buddista, che Kabat-Zinn in primis aveva iniziato a praticare, riscontrando subito dei benefici oggettivi sulla riduzione dello stress, dell'ansia, delle emozioni intrusive. Successivamente, queste discipline millenarie, che fino a quel momento erano appannaggio dei paesi asiatici, vennero introdotte negli ospedali, e all'inizio degli anni '90 erano più di 400 le cliniche che adottarono il protocollo mindfulness per fronteggiare alcune problematiche dei loro pazienti.
Il successo, decretato da numerose pubblicazioni scientifiche che attestarono la valenza del protocollo, fece si che la mindfulness venisse adottata anche in ambito psicoterapeutico e neurologico.
La pratica mindfulness o, tradotta dall'inglese, di "consapevolezza", serve a dirigere intenzionalmente l'attenzione nel momento presente e in modo non giudicante. Il giudizio, infatti, prende spesso il sopravvento sulla nostra percezione della realtà, compromettendo il benessere a la serenità. Questo accade perché siamo vittime di molteplici stimoli durante l'arco della giornata, che assorbono i nostri pensieri, il nostro tempo, e influenzano le nostre emozioni facendoci cadere in un vortice di stress, stanchezza e malessere psicofisico.
A lungo andare, questi meccanismi, compromettono l'esperienza sul vissuto quotidiano, rendendoci sempre più irritabili e demotivati; ogni giornata è una corsa continua verso i mille impegni, i pensieri intrusivi, i piccoli imprevisti, la routine monotona, e arriviamo a fine giornata esausti e insoddisfatti.
È proprio qui che la mindfulness ci viene in supporto; le pratiche, che verranno eseguite per tutta la durata del protocollo (un minimo di 8 settimane), attivano un processo inverso attraverso il quale riprendiamo il controllo anzitutto su noi stessi, e di conseguenza sulla nostra vita.
Aumenta l'attenzione e la concentrazione, diminuiscono stress, ansia e stanchezza, si riduce la pressione sanguigna e l'impiego di ossigeno, il sonno diventa più ristoratore e meno disturbato.
Il suoi scopi sono molteplici, ne vediamo di seguito elencati alcuni:
osservazione, conoscenza e comprensione dei propri automatismi;
gestione di situazioni difficili e stimoli stessogeni;
gestione di pensieri ricorrenti ed emozioni;
gestione di attacchi di panico e ruminazione;
prevenzione della ricaduta delle depressioni;
miglioramento dei disturbi del sonno;
riduzione della percezione fisica del dolore;
promozione della compassione.
MBSR, che sta per Mindfulness Based Stress Reduction, è la matrice di tutti i protocolli esistenti ad oggi, e si basa principalmente su quattro forme di consapevolezza:
consapevolezza del respiro e del funzionamento della mente;
consapevolezza del corpo e delle sensazioni;
consapevolezza delle emozioni e dei pensieri;
gentilezza e compassione.
Esso ha una durata minima di 8 settimane, durante le quali, come la scienza ha ampiamente confermato, si creano delle nuove connessioni neurali che, col tempo, ci portano a modificare quelle "configurazioni" errate che abbiamo adottato, migliorando significativamente la qualità della nostra vita.
Gli incontri con l'insegnante si terranno una volta a settimana, per tutta la durata del protocollo.
Le pratiche di Mindfulness si svolgono individualmente o in piccoli gruppi di massimo 12 partecipanti.
Ogni incontro sarà settimanale, e avrà una durata variabile di 1 ora.
Nel corso degli incontri ci saranno dei momenti di confronto e dei momenti pratici di meditazione mindfulness; alla fine di ogni incontro verrà assegnato un esercizio per proseguire l'allenamento autonomamente, fino all'incontro successivo.
Occorre spendere qualche parola sul chiarire cosa non è la mindfulness:
non è una forma religiosa, seppur si basi su esperienze buddiste essa non ha nulla a che vedere con la fede;
non è una forma di psicoterapia, ne può sostituirsi a quest'ultima, tuttavia può essere considerata un aiuto complementare. La mindfulness è un atteggiamento mentale, basato sulla conoscenza di se stessi;
non è un modo per svuotare la mente dai pensieri, al contrario la sua funzione è proprio quella di diventare un osservatore non giudicante degli stessi;
non è un modo per sfuggire dalle realtà, al contrario, ci rende più consapevoli e centrati su di essa;
non è una tecnica di rilassamento; piuttosto essa mira ad attivare tutti i sensi in realzione a quello che ci circonda.
Come verrà chiarito anche nella pagina dedicata alla sofrologia, la mindfulness si concentra sul momento presente, sull'esperienza del qui ed ora. Il rilassamento, seppur è una piacevole conseguenza, non è il fine principale del protocollo, al contrario della sofrologia che si basa proprio su tecniche di rilassamento dinamico e training autogeno.