Conosciuta anche come meditazione buddista, Anapana Sati ( in lingua pali "consapevolezza del respiro") è la forma di meditazione più importante e più diffusa al mondo, adottata anche come cardine della Meditazione Mindfulness.
Il focus è quello di restare concentrati sul momento presente attraverso l'ancora dei nostri atti respiratori ed è una potente tecnica di gestione dello stress, dei disturbi di ansia e delle emozioni negative.
Essa viene praticata portando attenzione intenzionale ad respiro naturale e spontaneo, allenando la concentrazione nel rimanere nel momento presente così da interrompere il flusso incessante di pensieri.
Inoltre, la meditazione sul respiro consente di prendere atto senza giudizio dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni fisiche.
La Meditazione Vipassana (che nell'antica lingua indiana pali significa "vedere le cose in profondità, come realmente sono") discende direttamente dagli insegnamenti del Buddha Gotama ben più di 2500 anni fa, come mezzo universale per fronteggiare qualsiasi forma di sofferenza.
Essa è una forma di meditazione contemplativa la cui pratica si muove dalla concentrazione sulle sensazioni diffuse nel corpo, fino alla contemplazione della realtà attraverso la mente, che viene purificata da tutto ciò che è causa di angoscia e di dolore.
Il suo focus è lo sviluppo di una profonda capacità di osservazione al fine avere una visione profonda dei fenomeni fisici e psichici che stanno alla base dei comportamenti umani fondamentali, in particolar modo desiderio e avversione.
Buddha descrive questo metodo nel discorso sui fondamenti della consapevolezza (Satipatthana Sutta). L’esercizio meditativo con vipassana permette di liberarsi dall’abitudine a reagire (fonte di ogni infelicità) e, attuando una profonda auto-trasformazione, permette di affrontare le vicissitudini della vita in modo più equilibrato”.
Conosciuta anche come Meditazione Trascendentale si fonda sui quattro rami dello Yoga: Pratiyahara, Dharana, Dhyana, Samadhi. Alcuni studiosi ritengono che la meditazione tantrica risalga a 5.000 anni fa, quando furono redatti i primi testi dello yoga (i Veda), e affonda le sue radici nell'Induismo.
Essa è un insieme di tecniche meditative che combina movimento, respiro, meditazione e suono per migliorare il flusso di energia che attraversa il nostro corpo e questo processo è eseguito attraverso l’uso di mudra, mantra e icone raffigurate in un mandala, un diagramma simbolico utilizzato nell’esecuzione di riti sacri e come strumento di meditazione; possiamo quindi dire che la meditazione tantrica si distingue dalla maggior parte delle tecniche praticate in Occidente, dove gli obiettivi principali sono la tranquillità e il rilassamento, in quanto sfrutta diversi tipi di energia per arrivare ad una profonda conoscenza di noi stessi.
La meditazione Zen, o zazen, nasce in Cina nel VII secolo e si è diffusa anche in altre zone, come la Corea e il Giappone; Il termine zen deriva dal sanscrito dhyana, che significa appunto meditazione o concentrazione.
A differenza di altri tipi di meditazione, la meditazione zen non si focalizza su un oggetto, un’immagine o un suono specifico, bensì è incentrato al raggiungimento di uno stato di consapevolezza riflessiva introspettiva attraverso lo svuotamento completo della mente e cercando di arrivare a mettersi in contatto con la nostra mente inconscia. Praticare questo tipo di meditazione significa voler aumentare la propria consapevolezza, il proprio flusso di coscienza, le percezioni e le emozioni che prova. Gli occhi rimangono, infatti, spesso aperti o semi-aperti, invece di essere chiusi come quando si praticano altre forme di meditazione.
Lo Zen è uno stile di vita, una filosofia ma soprattutto una corrente di pensiero che si concretizza in pratiche che possono essere integrate nella vita di tutti i giorni. Rispetto al concetto occidentale di meditazione, infatti, la meditazione orientale ha sfumature molto diverse: in Occidente meditare significa perlopiù riflettere, concentrare il pensiero e la mente razionale sulla comprensione di un pensiero, nelle filosofie orientali, la meditazione è un processo per certi versi opposto: è la ricerca di una profonda verità e consapevolezza, attraverso l’esclusione del pensiero razionale.
Tra meditazione, benessere psichico e benessere fisico esistono legami molto profondi, indagati dalla scienza. È interessante analizzare ciò che accade già durante la pratica meditativa: uno studio condotto da due scienziati giapponesi, Akira Kasamatsu e Tomio Hirai, ha permesso di analizzare con un’elettroencefalografia l’attività cerebrale di 48 monaci buddisti impegnati in sessioni di meditazione zen.
Dal monitoraggio è emerso che durante la pratica meditativa il cervello inizia a produrre onde alfa, ovvero gli impulsi prodotti durante il rilassamento e il sonno. Queste onde sono apparse nei monitoraggi sia nei momenti in cui i monaci erano in meditazione ad occhi chiusi, sia quando meditavano ad occhi aperti. Le onde alfa lasciavano poi il posto alle onde theta, solitamente presenti durante le fasi di sonno più leggero. La meditazione, dunque, è in grado di produrre un effettivo rilassamento e di favorire il riposo della mente.
La meditazione Taoista nasce in Cina e si focalizza sull’energia interna abbandonando ogni riferimento a ciò che ci circonda, concentrandosi invece sul Tao, ossia ciò che origina e abbraccia tutto. Meditare diventa così arte del non intervento, di nessuna azione.
Introdotta da Lao Tsu e Chang San Feng, questa forma di meditazione segue l'aver condotto e sviluppato la coltivazione dell'energia interna attraverso la pratica del Qi Gong e del Tai Chi. Gli antichi maestri taoisti svilupparono queste tecniche di meditazione finalizzate ad attenuare e ad annullare l'effetto che le emozioni negative come paura, odio, tristezza e ira potevano avere sulla struttura energetica dell'individuo.